lunedì 16 aprile 2018

GLI EFFETTI DELLA DEPRESSIONE POST-TOUR


Sopravvissuto al tour (ma quello è il meno, vediamo se ora riesco a sopravvivere al non tour...) nell'Italia centro meridionale, dopo aver collezionato tonnellate di nuove emozioni e sparato miriadi di minchiate (e a quanto pare è sopravvissuta pure Mirela quindi significa che non ho oltrepassato di troppo il limite del pubblico decoro), eccomi qui più disperato di prima, ansioso di ripartire per chissà quale avventura interplanetaria. Dopo questa mega zingarata posso asserire con certezza che la questione delle distanze kilometriche tra me e le donne ipotetiche si fa sempre più spinosa (mannaggia...) e inoltre sono sempre più sicuro che fare questa vita è roba da pazzi ma al momento è l'unica cosa che mi riesce. Quindi per sicurezza non disfo nemmeno la valigia. Oltre ad aver suonato a destrammanca sia per strada che in locali (alcuni fichissimi, altri belli altri ancora un po' meno...) è stato bello reincontrare persone e luoghi che già hanno fatto parte della mia vita ma anche e soprattutto scoprirne di nuove. E le cose che mi mandavano in paranoia solo a pensarci come guidare a Roma, Palermo e Bari, percorrere tutta la Salerno-Reggio Calabria (che è bellissima ed è gratis...) sono state molto più semplici del previsto. Avevo sottovalutato invece il traffico e le viuzze strettissime di Catanzaro, i parcheggi claustrofobici di Viterbo ma soprattutto i crateri presenti nelle strade della regione Lazio. Per non parlare dei semafori rossi della capitale. Infatti non è che li ho cagati molto e al terzo o quarto sono stato ripreso dalle forze dell'ordine con un “Accorgiamoci” di risposta al mio “eh... non mi ero accorto”. Ho anche provato l'ebbrezza di fare un bel parcheggio in doppia fila a Cosenza (consigliatomi da amiche fidate calabresi). Altro che cittadinanza svizzera ad honorem. Ormai sono lanciato per quella calabrese. E a proposito di Svizzera, non dimenticherò mai la signora che sentendoci suonare per le strade di Matera, acquistò una copia di “Aborigeni Italiani” come souvenir dall'Italia. Alla mia domanda “Where are you from?” rispose prontamente “Switzerland!”. Una scena commovente. L'avrei limonata volentieri se non avesse avesse avuto la dentiera. Tra le varie cose ho anche recuperato una nuova “bacchetta magica” nella foresta degli alberi magici (detto volgarmente “Bosco dei giganti”) di Rossano (CS). Ecco qui sopra una foto del sottoscritto all'interno di questo magico luogo in cui noi elfi ci troviamo perfettamente a nostro agio. Quindi potrebbe dar via a un seguito della canzone (e magari pure del disco) “La Bacchetta Magica”. Per ora questo viaggio a livello artistico mi ha ispirato un nuovo pezzo che tra non molto potrete sentire (ma volendo potrete anche farne a meno e il vostro livello culturale ne trarrebbe senz'altro enormi vantaggi, però è fico). Uno di quei pezzi accanto ai quali il Pulcino Pio potrebbe assomigliare a una complicatissima tesi da intellettuali di sinistra vecchio stampo. Ispiratomi semplicemente dai nomi di alcuni paeselli pugliesi. Meglio non dire di più per il momento se no me lo potreste copiare. Ha tutte le carte in regola per essere la superhit dell'estate 2018. Praticamente è una cagata. Però è divertente.
E niente, è stato tutto molto bello. Grazie ai locali che hanno creduto nel mio progetto, grazie a chi ci ha ascoltati e supportati, grazie ai sorrisi che riempiono di gioia, grazie a chi ha gettato monetine, banconote, pizze e bottiglie di vino nella custodia del violino, grazie a chi ha comprato CD e magliette (mi piace tantissimo l'idea che ci sono varie donne splendide in giro per l'Italia che indossano magliette di Kamal), grazie a chi ci ha ospitati e fatti sentire più che a casa, grazie a chiunque ci ha fatto compagnia, grazie a chi ha mangiato, bevuto e suonato con noi, grazie a Mirela che mi ha sopportato senza finire in un ospedale psichiatrico e che col suo violino mi ha aiutato a colorare le mie canzoni, grazie alla mia Ford Focus che se pur sempre più malandata ci ha scorrazzati qua e là come se non ci fosse un domani, grazie alla mia chitarra per aver resistito e per non essersi rotta nemmeno una corda. Ma soprattutto Grazie a Dio (o a chi per lui/lei)!!!
Quest'anno ho deciso di consacrarlo a queste cose, dato che negli ultimi anni mi ero un po' tanto arenato. Questo fantastico pezzo di Domenico Modugno rappresenta pienamente questo concetto (o per meglio dire questo concerto...) 


Per il resto vi aspetto venerdì sera al Conary Mor Iris Pub di Darfo Boario Terme (BS) dove suoneremo io e l'amico cantautore Logan Laugelli. Sono molto emozionato a dividere il palco con lui dopo tutto questo tempo. Quindici anni fa su per giù io ero il cantante dei Catties, lui degli Aneurysm (poi Crash Test) e dividevamo spesso i palchi dell'area camuno-sebina-bergamasca. Dopo tutti questi anni siamo ancora in giro a cantare. Un po' meno giovani ma sempre belli, divi e poeti, senza alcun principio d'intossicazione aziendale. Quindi non perdete l'occasione di venirci a sentire!

P.S. Ricordatevi che Kamal si scrive con La K di Krotone.